Una storia da Raccontare – II Anno V Editoriale
Un bambino di otto anni, sotto lo sguardo del padre, impugna con un pò di emozione la sua prima torcia. La passione per quei gradoni, per tutti noi, è nata in fondo così, guardando il colore di una torcia che si accende, ammirando la curva con lo sventolio continuo delle bandiere o imparando un coro che inevitabilmente ti entra nella testa. Ci piace pensare che un giorno, ai compagni di scuola che tifano per le solite squadre blasonate che si contendono lo scudetto, quel bambino dica con orgoglio che tifa Ideale, una semplice squadra di terza categoria. In uno stadio, per quel semplice gesto, probabilmente avrebbe rischiato chissà cosa…
Qualche gradone più su c’è un ragazzo sulla trentina. Lui invece allo stadio non ci può andare. Ci confida candidamente che ormai aveva perso ogni speranza di poter vivere liberamente il suo ideale, stava per mollare quella stupenda passione che ti entra nelle vene, nata appunto quando era bambino. Ora però ha ritrovato l’entusiasmo e la consapevolezza che un’alternativa alle derive del calcio moderno, alle sue assurde leggi, alla folle e cieca repressione, esiste per davvero. Guarda con occhi lucidi un gruppo che si compatta dietro le pezze e canta con rabbia i cori, insieme ai suoi amici, che nel frattempo sono diventati anche i nostri.
Dall’altro lato della gradinata c’è un signore, uno di quelli che una storia da raccontare ce l’ha già, insieme ad una vita di sacrifici alle spalle. Noi tutti lo conosciamo. E’ il custode di un Campo Comunale, di quelli polverosi, dove le linee sono fatte con la calce e il tempo sembra essersi fermato. In quello stesso campo, da ormai diversi anni, ha trovato una casa e la possibilità di continuare a crescere i propri figli senza finire in mezzo ad una strada. Da quando abbiamo giocato il derby con il Picone, non si perde più una partita dell’Ideale. Tra una birra e l’altra, ci dice che si è innamorato del nostro progetto e ha intenzione, quando possibile, di seguirlo attivamente.
Al centro del gruppo scorgiamo un ragazzo, avrà diciassette anni. Ci racconta che, un bel giorno, sentendo da casa sua i cori che provenivano dal Lovero, ha deciso, senza pensarci su due volte, di scendere e unirsi a noi a tifare. Gioca in una squadra giovanile lì a Palese, da un pò di tempo seguiva il calcio con disillusione a causa dei continui scandali. Il prossimo anno vorrebbe vestire la maglia dell’Ideale e vedere cosa si prova…
Abbiamo voluto iniziare così questo editoriale, con queste storie, diverse tra loro, ma accomunate da un unico filo conduttore: la passione per il calcio. Questo progetto ci sta regalando davvero tante storie che meritano di essere raccontate e, giorno dopo giorno, cresce inarrestabile, oltre ogni nostra più rosea aspettativa. E non importa se può capitare qualche partita storta, in cui la palla proprio non vuol varcare quella linea; non importa se ci imbattiamo in qualche arbitro, mandato chissà da chi, perfetto ingranaggio di un sistema da rifondare, che, vestendosi di protagonismo, pensa ingenuamente di poter infrangere un sogno sventolando cartellini o scrivendo falsità in un referto; e non importa se non possiamo piacere proprio a tutti, come i vigili urbani del Comune di Mola, i carabinieri o l’assessore allo sport che nell’ultima trasferta pretendevano che occupassimo un fatiscente “settore ospiti”, invece della tribuna in gran parte vuota, perché “cosi funziona”. Noi, contro tutto e tutti, abbiamo già ottenuto la nostra vittoria, stiamo restituendo il calcio alla gente.
E’ notizia di questa settimana che il presidente dell’Inter Thohir si sta battendo in Lega affinché la prima giornata della prossima serie A venga disputata in varie città straniere, “intelligentissima” proposta già avanzata un anno fa da De Laurentiis, e vuole eliminare il posticipo serale, si badi bene, per venir incontro alle esigenze del mercato televisivo asiatico! Del resto, la finale di Supercoppa Italiana già da diversi anni si gioca all’estero, che sarà mai. E poi, come se non bastasse, il tanto amato questore di Frosinone (che ogni settimana ci regala spunti per i nostri editoriali), a seguito della partita con la Lazio, ha minacciato i tifosi locali, in caso di nuove intemperanze, di spostare le partite della squadra giallo blu niente meno che a Pescara!
Ormai è un calcio allo sbando, senza più radici né senso di appartenenza. Le squadre cambiano nome, colori sociali, loghi e città in cui giocano le loro partite. L’obiettivo è sempre quello, riuscire ad accaparrarsi un contratto televisivo più vantaggioso, fare più soldi con il marketing, lucrare su quella stupenda passione, ad ogni costo.
Abbiamo iniziato a seguire questo bellissimo sport ascoltando alla radio tutto il calcio minuto per minuto; strappando pacchetti delle figurine Panini sperando di trovare, tra un doppione e l’altro, lo stemma luccicante della nostra squadra del cuore; andando la domenica, mano nella mano, allo stadio con papà, che prima di entrare si fermava a comprare il borghetti, con sotto braccio l’autoradio e in tasca la schedina…senza tornelli, telecamere, tessere o perquisizioni. Come possiamo accettare passivamente lo schifo attuale?
Abbiamo il difetto forse di non volerci rassegnare, lo abbiamo dimostrato, né tanto meno ci vogliamo accontentare. Noi adesso questo campionato di terza categoria lo vogliamo vincere per davvero, per continuare a crescere e soprattutto provare a dare una spallata definitiva al calcio dei potenti e delle televisioni. E allora gli avversari, in campo e fuori, ne siano ben consapevoli, lotteremo fino alla fine, fino all’ultimo minuto dell’ultima partita, su ogni palla, in ogni contrasto. Chi tocca i ragazzi, tocca anche noi, perché noi e loro siamo una cosa sola.
Domenica alle 15.00, al Lovero di Palese, si gioca una partita decisiva per le sorti del campionato contro il Real Monopoli, secondo in classifica. Invitiamo chi ha a cuore le sorti del progetto, chi crede alla bontà delle nostre idee e dei nostri valori, chi vuole passare novanta minuti di spensieratezza tifando con noi o semplicemente godersi una bella partita di pallone, ad essere presente al nostro fianco su quei gradoni, per scrivere, questa volta tutti insieme, una nuova bellissima storia da raccontare…